Il Guerriero: Una via nell'immagine
Francesco Mignacca
e il Guerriero
"Ho visto la lama della spada tagliare repentina il velo delle mie tristezze. Ho visto la spada furente dissipare con forza nebbie e incertezze della mia mente. Ho visto l’audace sagoma di un guerriero indicarmi la via della rinascita. Voglio liberare la mia mente, distogliendola dalla ragione e sedermi da uomo libero al tavolo dei miei padri, voglio ascoltare e imparare a parlare con parole giuste. Voglio sciogliere il velo di vanità e stoltezza che attanaglia il mio cuore e liberarlo da questa patina fastidiosa e maleodorante per renderlo nuovamente puro. Voglio liberarmi dal peso del corpo e nuotare tra le acque con l’agilità di un pesce e vibrarmi nel cielo con la leggerezza di un gabbiano. Voglio ideali e mezzi per navigare audacemente e silenziosamente verso la strada maestra, voglio di questo guerriero, custodirne l’essenza più vera."
(Spiga 2002).
Strano ma vero la predetta didascalia non è tratta da qualche salmo di vita spirituale d’oriente e né tantomeno da qualche racconto d’origine epico-cavalleresca occidentale. Il testo poetico di Spiga, (pseudonimo all’arte del pittore barese Francesco Mignacca) è la sintesi espressiva, attraverso le lettere,
del dipinto "Il Guerriero", opera di sua recente realizzazione.
Tanto per incominciare è interessante considerare come l’autore del quadro sia in grado di trasmettere, con precisione, questa importante visione simbolica in varie modalità di linguaggio. In più nella chiarificazione scritta che il pittore ha reso dell’opera, vengono impedite possibili interpretazioni non volute, favorite da approcci superficiali, incompleti o - peggio - deviati da criticismi. Un atteggiamento sicuramente da incoraggiare al fine di una lettura sempre più centrale ed integrale delle opere degli artisti, a prescindere dalle considerazioni specifiche e contingenti
delle stesse. A questo fine è utile notare come, da un accurato esercizio di trasposizione, si possano aumentare le possibilità espressive e comunicative dell’uomo, in luogo a fondamenti e finalità dell’arte.
Tornando, dunque, all’opera "Il Guerriero" non è possibile trascurare alcuni dei significati esposti attraverso le considerazioni scritte del suo autore: la lama, citata per prima, che si pone in qualità di strumento purificatore e rettificatore di piani di esistenza caotici; il "Guerriero" stesso quale entità e guida sovraordinata che pone indicazioni per una rinascita alla via
dell’intelletto; la volontà di liberarsi da un fardello razionale e separativo per recuperare, con la strada del cuore, la parola significante e pregna dei Padri; il desiderio di scrollarsi di dosso vizi e difetti per ritrovare la perfezione primigenia; il fondersi con la natura, nei suoi ordini spirituali, attraverso le agili e simboliche figure di pesci e gabbiani; e, in ultimo, la navigazione argonautica volta al raggiungimento della via maestra, asse del mondo e principio-fine di ogni divenire.
(Fedele Boffoli 2002)
E-mail: fm.spiga@libero.it
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Francesco Mignacca: Antico Mediterraneo
Se dovessi indicare un giovane talento, per esprimere tensioni artistiche del secolo scorso e speranze del tempo a venire, non avrei difficoltà nel citare l’artista barese Francesco Mignacca (in arte Spiga); è sicuramente “la sua” una pittura avvincente e densa di significato.
Giunto ad una prima maturazione stilistica a soli trent’anni, appaiono nella sua opera creativa il forte talento coloristico e l’indissolubile legame, reso in cromatismi e simboli, con l’arcaicità della terra di Puglia.
Nei suoi quadri immaginali, prima che altro, ricorrono elementi simbolici e mitologici quali: spighe metaforiche, fiori allegorici, animali mitici, reperti di antiche civiltà,
segni e segnali indicatori di vita.
Utili, nelle sue opere, le preziose e calibrate citazioni del passato che pur non negando il senso della storia sembrando create, più che altro, per concedersi quali apparizioni significative sospese oltre ogni tempo.
Gli ultimi dipinti di Mignacca riprendono, abilmente rivisitato, il motivo del mosaico bizantino, arricchito con certe raffigurazioni segniche ispirate a culture primordiali ed arcaiche quali: africane, egiziane ecc...
In tale segmento di produzione, ricco di suggestioni ancestrali e a cavallo tra le culture di Occidente e Oriente, ci sembra di ritrovare armonie musicali trasposte sulla tela a guisa di spartito.
In questi ultimi manufatti è fortemente presente il motivo ornamentale dell’anfora, vaso simbolo di raccolta e contenimento della vita con tutti
quegli elementi, antropologici e culturali, così ben evidenti.
Dell’artista ricordiamo le recenti produzioni xilografiche molto apprezzate per temi e tecnica e, non ultimi, i suoi numerosi interventi in
ambito della critica d’arte.
Del suo ricco ed interessante curriculum artistico possiamo annoverare: le collaborazioni con il Movimento Arte Intuitiva di Trieste e il cenacolo T-Tradizione (nel recupero di un significato sopraindividuale e universale dell’arte), le recenti partecipazioni ai lavori del gruppo artistico–culturale "Anforah", i laboratori di tecniche dell’incisione presso l’associazione culturale "La Scaletta" di Matera.
Collaboratore della rivista culturale "L’attualità" di Roma, Mignacca è, attualmente, frequentatore dell’Accademia di Belle Arti di Bari.
Fedele Boffoli
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