ANFORAH 
Rassegna di poesia, pittura,
letteratura e altro 
"L'immagine della poesia è la poesia dell'immagine"
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Substantia (Macroreportage dal "confine")

Substantia
Nell'era delle reti globali, della cibernetica, delle realtà parallele e virtuali, delle super-iper attività tecnologiche, l'uomo sembra aver smarrito irrimediabilmente i suoi sensi primari per la vita (udito, vista, tatto...).
Non si è più in grado di percepire la magia dei suoni del Creato, i meravigliosi colori e le incantevoli bellezze di un panorama della Natura, il profumo di un fiore, non si è più abili di toccare e rivolgere una carezza ad un proprio simile… La stessa Filosofia, la Scienza, le attività politiche e sociali, e (ohimè) la stessa arte hanno perso quel senso di aderenza alla realtà, lasciandoci smarriti e straniati in un mondo in ri-cerca.
Ci voleva la Semeraro con la sua fotocamera digitale, con la sua autentica e femminile semplicità ad ingrandire-ingigantire la sostanza-materia della vita per mostrarla quale base necessaria e fondamentale per qualsiasi svolgimento e ciclo biologico.
Ci voleva l'arte immaginale e femminea a ricordarci che nessuna ascesi è possibile (neppure la più elevata, la più mistica e sublime…) senza l'esperienza vivificante ed arricchente della materia che permette il teatro vitale di ogni manifestazione, creando il campo in cui l'umana coscienza, (mediando polarità e dinamiche manifeste), può operare - con la significativa esperienza - consapevoli scelte per la conoscenza del sé e del mondo.
Ci voleva la Semeraro a ricordarci il principio ermetico che: il "dentro" e il "fuori", il "grande" e il "piccolo", ciò che sta sotto (appunto substantia dal titolo della mostra) e ciò che sta sopra, in realtà coincidono; che la vita è unità misteriosa, indiscindibile e organica, organizzata in logiche e significati integrali e che, soprattutto, l'anima umana opera, soltanto, un immaginario discernimento su di un confine metaforico (o centro) che ci permette di guardare con equidistanza al di qua e al di là delle cose: dove noi in realtà già siamo.

Fedele Boffoli

Nel grembo della madre

Substantia
L'emozione più forte provata nell'immergersi visivamente in queste splendide fotografie di Mariagrazia Semeraro è data da un immediato senso di appartenenza. In esse tutto è misterioso e nello stesso tempo saputo, esperito, amato, compreso. Ecco, sorge subito un pensiero di liberazione e gratitudine: tutto questo sono Io. Anzi: tutto questo siamo noi.
Nel ritrovarci nel grembo della madre terra, abbracciati e fusi in una substantia amniotica, per un momento estatico siamo in pace, nuovamente a casa. Sentimento stanziale, quindi, che permea le sequenze fotografiche, eppure anche fluidità, un andare e un restare, un cullarsi a onda in quell'acqua lucente e ammiccante; sostanza intima quel paesaggio vasto, verde volto naturale e soprannaturale, in cui tutti siamo, in cui ci specchiamo per sapere di noi, affratellati nella sostanza prima.
L'arte fotografica, come ogni arte del resto, addita un percorso e conduce, con moto centripeto, nell'interiorità, per realizzare l'appropriazione di sé. Il nutrimento visivo diviene conoscenza per immagini, antecedente ad ogni parola. La vera substantia quindi si configura nella materia animica, nella matrice da cui germina la terra visibile, con l'uomo figlio e poi creatore, in un processo senza fine. La fotografia di Mariagrazia Semeraro cattura istanti significativi, esteticamente e formalmente compiuti, capaci di restituirci, nel frammento, la totalità che in ogni sequenza è Una, pur sotto sembianze differenti. I quattro elementi, la terra, l'acqua, le nuvole sognate, trasfigurate, la luce divengono quintessenza, materia dell'oltre, pur qui e ora.
Questa contemplazione non è differente da una preghiera, è suono materiato, è musica del creato dove regna lo Spirito del mondo. Guarda, sembra dirci l'artista, con voce sommessa, gentile ma incisiva, guarda, ti spalanco le porte del regno, dove è perennemente attiva la fusione tra Matrice e Io SONO.
Lo stile della Semeraro vira dal figurativo più dolce all'astrazione allusiva. I toni cromatici predominanti sono il marrone, il color terra così abituale e mai scontato, l'oro dello splendore e dell'armonia universale, il verde delle speranze e della sapiente progettualità. Sempre è presente un calore che non brucia, autogenerantesi, sostegno, fonte di continua rinascita, da cui sgorga un sereno ottimismo e il rafforzamento della volontà. Tanto può la bellezza, altro nome del bene, valore imprescindibile, eppure tanto obliato nel nostro tempo in cui si uccide la natura e si calpestano le energie vitali in essa racchiuse. Esse sono lì, sono per noi, in noi; certo uno sguardo profondo può risvegliarle ancora.

Graziella Atzori

Le opere


1 - Bacino 1

2 - Bacino 2

3 - Bacino 3

4 - Bacino 4

5 - Lago 1

6 - Lago 2

7 - Torrente 1

8 - Radura 2

9 - Landa 1

10 - Landa 2

11 - Radura 3

12 - Radura 4

13 - Radura 5

14 - Radura 6

Landscapes

Substantia
Spesso mi sono posta la domanda che cos’è un paesaggio e che cosa fa sì che susciti lo stupore di chi lo sta guardando (ma poi è proprio vero che un paesaggio si guarda?). Credo, che come tutte le altre cose, esso sia un dato di fatto, un qualcosa che c’è, al di là di qualsiasi coinvolgimento emotivo. Ma è proprio quest’ultimo aspetto, questo senso d’appartenenza e di riconoscimento, che lo rende significativo come fosse un codice di lettura del nostro intimo che ci riporta all’essenza di tutte le cose: il paesaggio siamo noi e a lui apparteniamo.
Ed è proprio a questa reciprocità che dedico queste immagini come esempio di quanto di più vasto o rigoglioso si possa trovare sopra un sasso o tra gli anfratti di una zolla di terra. Ma, oltre la conferma - ormai risaputa - che il "grande" è perfettamente contenuto nel "piccolo", c’è la costante del Paesaggio che si ripropone e a volte ricompone - sia esso astratto oppure no - manifestandosi sempre come l’eterna rappresentazione della Vita.
"Dio, il quale crea e conserva tutte le cose per mezzo del Verbo (cfr. Gv 1, 3), offre agli uomini nelle cose create una perenne testimonianza di Sé (cfr.Rm 1, 19-20)…"

Mariagrazia Semeraro

L'Iperfotografia di Mariagrazia Semeraro

Le immagini di Mariagrazia Semeraro, artista-sperimentatrice, accanita e convinta, sono immagini riprese con la fotocamera digitale, fotografie particolari, direi "iperfotografie".
La base è sempre la fotografia ma sono di una nuova specie, quasi "mutazioni" della "Substantia" (la sostanza, ormai perduta, delle cose).
La Semeraro sembra voler fotografare il centro della terra, quel nucleo da cui è nata ogni cosa e lo fa con la sensibilità che è solo femminile.
Sono immagini che trattano punto per punto qualsiasi segno che scaturisce dalla terra, che l'artista re-inventa e ce lo restituisce ad alta definizione; immagini di grande impatto visivo ed emotivo, dovute essenzialmente ad un forte risalto della materia, difficile da ottenere con la tecnica fotografica tradizionale.
Mariagrazia Semeraro è la "ricercatrice" con la capacità di sondare nuove tecnologie, nuovi confini dell'immaginazione e di creare nuovi linguaggi fotografici.
Con queste foto, Mariagrazia Semeraro concettualizza gli archetipi della terra su cui camminiamo, un miscuglio esplosivo di spontaneità e di costruzione visiva a generare immagini di forte emozione, immagini che non suscitano mai indifferenza, che coinvolgono e fanno pensare: zolle di terreno, anfratti, superfici scabre, sfondi che acquistano dignità di protagonisti della sua arte.
Questa "Substantia" finisce con l'assumere per l'autrice l'inconsapevole compito di catalizzare la percezione visiva, operando da cassa di risonanza di tutti i suoi pensieri e di tutte le sue emozioni, fino a fargliene prendere coscienza per tradurle in immagini.

Eraldo Di Vita

Substantia

Substantia, termine filosofico che indica l’essenza necessaria d‘una cosa o di un fatto, …termine latino modellato sul greco ipostasi (termine teologico "persona della Trinità come sostanza assoluta e per sé sussistente").
Le foto di Mariagrazia Semeraro immergono in uno scenario essenziale, talvolta surreale, donando un’emozione dolce e forte insieme, carica di senso e di musicalità intrinseca, preziosa. In queste foto, la substantia è acqua, è terra, è fango… è prato e, come dice lei stessa, il paesaggio siamo noi.
E' per questo che quando ci lasciamo prendere dalla poesia della natura, guardando come in queste foto la nostra "natura", ci possiamo riconoscere, possiamo ritrovarci o perderci daccapo. Ritrovarci e provare pace o perderci daccapo perché l’emozione coinvolgente della bellezza può farci provare smarrimento e indurci a cercare un altro attimo di pace o di felicità… ancora.
La nostra identità, dice qualcuno, è un misto inafferrabile di ciò che rimane "sotto"... ciò che è primigenio, substantia appunto, e ciò che si crea… nel dolore, nella gioia, nella trasformazione delle nostre esistenze, nella vita che accettiamo di vivere.
Così è il "Bacino" di Mariagrazia Semeraro = stantìo e mutevole insieme, come il sole lo sostanzia ai nostri occhi… Mi ha evocato un paesaggio del Portogallo al "confine" con l’oceano, una piccola raccolta di alghe e acqua di mare, baciata dal sole, poi bruciata e consumata dal sole, acqua di Mare, accolta dalla Terra in un abbraccio raro e misterioso. Incontro alchemico, come sempre imprevedibile tra elemento maschile e elemento femminile.
Tornare alla substantia cosa è? Fedele Boffoli dice che è Mariagrazia, in quanto donna a riportarci alla "substantia", che ci restituisce la suggestione della materia primigenia, della vita… ma quanta strada deve ri-fare la donna per liberarsi delle sovrastrutture culturali che l’hanno portata lontano da questa sensibilità? Quanta strada ancora ha da fare l’uomo per riprendersi la sua parte… e leggere la grandezza della "materia" in sé e fuori di sé… in lei.

Giuseppina Labellarte

Video

Mariagrazia Semeraro
Mariagrazia Semeraro
Mariagrazia Semeraro nasce a Trieste dove vive e lavora; ha frequentato vari corsi di arti figurative e fotografia; ha gestito una bottega di artigianato artistico e rielaborato le dette esperienze in un laboratorio creativo per giovani disabili con notevoli aperture in campo fotografico.
Nel dicembre 1997 tratta le riprese della prima rassegna di Fototeatro Didascalico (sintesi di teatro, fotografia e didascalia); a questa segue "Cerchio Magico", con F. Boffoli, in cui collabora a parti di regia.
Nel Movimento Arte Intuitiva (dal 1997 al 2000) documenta la quasi totalità delle manifestazioni svolte eseguendo un reportage fotografico per il "Premio Festival della Televisione Italiana". Dal 2005 collabora attivamente con la webgalleria Anforah per il recupero del significato dell'arte e il sostegno dei giovani artisti.
Mariagrazia Semeraro
via Flavia, 70
tel. 040 827924 / 338 6528791
34148 Trieste
graziasem@tiscali.it
Altre sue opere ai siti:
Repubblica.it - Galleria fotografica
Sesso e fiori 2 - Repubblica
Sex
L'arte dei fiori
Il Cerchio Magico
WebArtMagazine



Fedele Boffoli
Fedele Boffoli
Fedele Boffoli pittore e poeta, nato a Bari nel 1964, vive a Trieste dal 1985; al suo attivo numerose mostre personali e molteplici pubblicazioni su vari temi.
Autore e promotore di manifesti e progetti culturali dirige, attualmente, la webgalleria d'arte e poesia Anforah.
Sue raccolte di opere sono presenti ai siti:
www.artepensiero.it,
anforah.altervista.org (Poièsi - Chrònos - Solaris - Il Resto - Meditation - Oasi - Il Resto e La Memoria del Viaggio - Natura e Cultura - Barcolandia - Città d'argilla - Viaggio in Egitto - Maremetamare - Il Tango dell'Onda).
E-mail: info@fedeleboffoli.it

Graziella Atzori
Graziella Atzori
Graziella Atzori è nata in Sardegna; vive - attualmente - a Trieste dove ha conseguito la laurea in filosofia dedicandosi al giornalismo, alla critica (letteraria e d’arte) ed alla scrittura creativa.
Ha lavorato - in passato - presso il quotidiano Il Piccolo e la sede Rai di Trieste.
Ha pubblicato romanzi e fiabe; è presente in varie raccolte di antologie poetiche edite a Trieste, Roma, Toscana ed ha curato alcuni libri di poesia per diversi editori.
Dall’anno 2000 si dedica alla pittura partecipando a frequenti mostre in Italia ed all’estero. Dal 2006 partecipa ai lavori interdisciplinari della webgalleria d’arte e poesia Anforah.

Graziella Atzori
via delle Ginestre, 9
34 135 - Trieste
tel. 040-422000.

gra.atzori@tele2.it

Giuseppina Labellarte
Giuseppina Labellarte
Giuseppina Labellarte, appassionata di arte (fotografia, pittura, poesia...), collabora (dal 2007) - come organizzatrice - ai lavori interdisciplinari della webgalleria di arti visive e letterarie Anforah.
E' ricercatrice e docente in campo di Psichiatria, Psicoanalisi e Psicoterapia, vive e lavora a Bari ove dirige un Centro di Salute Mentale del servizio pubblico; è coideatrice di importanti progetti in materia ed ha al suo attivo numerose pubblicazioni.
E-mail: giu.lab@alice.it

Eraldo Di Vita
Eraldo Di Vita, critico ed appassionato d'arte moderna, nato a Montecarlo (LU) nel 1932, laureato in Scienze Economiche, giornalista, organizzatore di eventi d'arte, mailarista e critico d'arte, ha fondato la webgalleria d'arte, non commerciale, www.webartmagazine.net per la promozione dei nuovi talenti artistici.

E-mail: info@fedeleboffoli.it