ANFORAH 
Rassegna di poesia, pittura,
letteratura e altro 
"L'immagine della poesia è la poesia dell'immagine"
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EGO ME ABSOLVO - Poesie di Sergio Sdraule
Foto di R. Facecchia e F. Boffoli

L’anima nuda di un poeta
Ego Me Absolvo
Quando un poeta esce dal suo sofferto anonimato e mette a nudo l’anima in cui noi tutti possiamo specchiarci, si aprono inevitabilmente le porte del cielo. E questo cielo, con le sue promesse di pace, con l’intuizione dell’eternità, viene ripetutamente invocato nell’opera prima di Sergio Sdraule Ego me absolvo, appena fresca di stampa. Si potrebbe anzi dire che il cielo sia l’autentico protagonista della silloge: Ad un passo dal cielo / La nostra vita / Brama struggente / Eterna ferita.
Nelle numerose liriche i temi dell’amore con le sue sfumature, della disillusione, del vuoto esistenziale si accompagnano alla ricerca metafisica di senso, per approdare nel rifugio del cuore, inteso e vissuto come recipiente cosmico. Un cuore che ripetutamente e insistentemente si spacca, per far uscire sapienza, luce, illuminazione, nuova costruzione e rigenerazione. Emblematico a tal proposito il titolo in latino dell’opera, elegante e profondo: mi assolvo, la qual cosa equivale a dire: mi salvo, sono salvato, e l’assunto viene chiarito per il lettore attento e partecipe attraverso la prima poesia, toccante e sinteticamente esauriente: Sarà lo strazio e il tormento / a riportarci a casa. L’autore dunque conosce il significato nascosto del dolore, questo maestro severo ed esigente, che può regalare perle di intuizione e conoscenza: che mai sarà la nostra breve vita, si chiede Sdraule, e ci chiede, Mera avventura dell’intelletto… / o audace riflesso del divino? Il poeta sa rispondere, e con metafora collaudata indica la rosa, simbolo di grazia e compiutezza, come ultimo sigillo dell’esistenza, in una lirica, forse la più compiuta e riuscita, L’ultimo sigillo. In essa sono superati i dubbi, le angosce del quotidiano, crudele gioco dell’apparire, ed il sipario calerà, l’oltre sarà svelato, la fatica di vivere avrà rivelato il suo occulto significato di illusione e recita, come un vecchio teatrante.
E fino ad allora, non ci resta che vivere ed amare per comprendere. Sdraule sa di dover decifrare per sé e per il mondo le simmetrie celate, la geometria celeste / delle moltitudini, per dare un senso autentico al vissuto e sopportare / il crudele giogo del caos! Il caos è apparente, vuol comunicarci il Nostro, le simmetrie, l’ordine sono l’autentico, sono la giustizia che ci riguarda.
Come può volare alto, allora, nelle sue tematiche e nei suoi momenti migliori, un poeta-postino, radicato in quel di Muggia, schivo e nascosto, tanto simile al dolce poeta naif rappresentato da Troisi nel memorabile film Il postino. Siamo di fronte ad un moderno Mercurio, un messaggero del cielo, che svela segreti del cosmo e del cuore, di un’esistenza e di tutte le esistenze, nei percorsi dell’estasi e dei drammi che ci accomunano. Non posso dimenticare la lirica bellissima dedicata al padre, che lascia nel poeta un’anima inguarita. L’invenzione di questo termine fortemente evocativo di tormenti reiterati indica la sua capacità di trasmettere creativamente i contenuti animici, per sviscerarli e rendere catartica la sua scrittura. Setose frasi poi vengono spese per la donna amata, percepita come respiro di mare e alba del mondo, e nella comunione erotica una carezza gentile come vento sa splendidamente guidare lo stesso sangue. [...].

Graziella Atzori

Il sublime e l’arte del vedere
Ego Me Absolvo
Educarci alla confidenza con la luce: questo potrebbe essere uno dei mille e più aforismi che sintetizzano il senso della vita, se per luce intendiamo, nella sua accezione classica, il volto sublime di Dio. E in Dio, Presenza discreta che si offre e si dona, ritroviamo il nostro volto, il nostro destino, la comunione e il compimento.
Tutto ciò esprimono le fotografie di Rosalba Facecchia e Fedele Boffoli, due artisti così ben affiatati e accomunati dalla stessa sensibilità espressiva, che risulta difficile distinguere quale immagine appartenga allo spirito creativo dell’una o dell’altro. Entrambi, in una sequenza fotografica composta di sedici scatti, privilegiano illuminazioni visive legate alla natura colta con occhio estatico: la vegetazione, un residuo di ramo come via o ponte sull’acqua, le fronde specchiantisi in fiumi cristallini in uno scenario paradisiaco, i cieli che azzurrano il legno contorto, sono mute testimonianze di felicità inesprimibile, posta oltre ogni parola, e dunque sublime. Rimandano alla fonte e all’Origine, con una tenerezza e un tremore fluido che l’acqua ben si presta a rappresentare, il bosco a proteggere, con purezza e totale appagamento interiore. nella contemplazione della mostra fotografica corre alla mente quel giorno promesso, senza tramonto (chi crede in me ha vita eterna, dice il Maestro), nel quale la perfezione del grande progetto cosmico sarà accessibile alle nostre percezioni, liberate da ristrettezze ed affanni egoici.
Ma già ora, già qui, già adesso, sembrano confermare vicendevolmente gli autori di questi paesaggi direi santificati dallo sguardo, siamo fruitori di quel giorno, se appena appena impariamo l’arte di vedere, che è poesia, meditazione, compenetrazione e fusione.
Rosalba Facecchia riesce ad introdurci nel segreto dell’accoglienza e dell’accondiscendenza tutta femminile che madre natura esprime nei suoi aspetti e momenti, nei giochi cromatici, nell’argento di riflessi crepuscolari, nel rosa delicato di cespugli persi nella corrente (vedi Sipario, Alito, Etere). L’aspetto femminile del Divino è connotato in lei dall’attesa fiduciosa e dal lasciarsi portare, cullare, ingravidare spiritualmente dalla luce.
Fedele Boffoli, pur rappresentando le stesse tematiche (specie ne Il cerchio 1, dove la rotondità allude alla totalità, all’andamento sinuoso del tempo apparente, al ritorno, al ciclo femminile del mondo sublunare), si pone in modo virile nei confronti dell’immagine, esprimendo più dinamicità degli elementi (Creazioni 1). Egli preferisce spesso il bianco e nero, creando suggestioni con ombre misteriche (Ombre, Riflessi), atte a tuffarci nell’oscurità primordiale, caotica, foriera di un cosmo già totale nell’eterno presente, che l’esperire di ciascuno sa rivelare. Si tratta di un’oscurità scevra di paura, anch’essa pacificante come l’oscurità del grembo; oscurità attraversata da scintille coscienziali di chiaro riverbero. In Sinfonia 1 e Sinfonia 2 l’artista vira verso l’astratto con inquadrature dove gli oggetti singoli perdono la separatività, divenendo un amalgama di vitalità e armonia.
E tutto è vivo.
Inesprimibile mistero, segreto ultimo catturato nel labile fluire. Ma il paradosso è l’anima dell’arte di ogni tipo. Le immagini sono accostate al dire, ai versi di un poeta emergente, Sergio Sdraule, versi pervasi di vibrazioni metafisiche, oltre che di slanci amorosi e nudità d’anima che la fotografia accompagna e sottolinea efficacemente.

Graziella Atzori

Le opere


1 - L'ultimo sigillo

2 - D'improvviso

3 - Autunno

4 - Il vento giovane d'autunno

5 - Nuvole di cobalto

6 - Quando la primavera arriverà

7 - Solo azzurri cieli

8 - Il suono è lo stesso

9 - I posti della memoria

10 - Mattino

11 - Cercami

12 - Caro padre

13 - Sera

14 - Sette rose

15 - È venuta la notte

16 - Un bacio sussurrato
Sergio Sdraule
Sergio Sdraule
Sergio Sdraule è musicista, cantautore e poeta; è nato e vive a Trieste.
Ha prodotto diversi lavori discografici, ultimo dei quali "BEDA".
Artista schivo ed essenziale, al principio degli anni ottanta ha accompagnato, come bassista, diversi importanti musicisti.
"Ego me absolvo" è la sua prima raccolta di poesie.

E-mail: sergio.sdraule@alice.it

Rosalba Facecchia
Rosalba Facecchia
Rosalba Facecchia nasce a Mesagne (BR) nel 1951; dal 1974 è suora Adoratrice del Sangue di Cristo. Ha conseguito la Maturità Artistica, l’Abilitazione all’Insegnamento e il Magistero in Scienze Religiose; ha insegnato - a lungo - come docente di Educazione Artistica e Religione (Scuole Medie, Primarie...) in Italia (Preziosissimo Sangue e Don Milani, Bari) e, quale missionaria in Argentina (Bachillerado Mercantil di Villa Bosch, Buenos Aires) dove ha anche frequentato corsi di Logoterapia (Victor Frankl) e Dottrina Sociale della Chiesa (U.C.A). Da molti anni dipinge e fa fotografie.
Dal dicembre del 2004 condivide con gli artisti della webgalleria di arte e poesia Anforah (F. Boffoli, F. Mignacca, M. Semeraro...), un significativo percorso di collaborazione (consistente sulla meditazione, creazione e presentazione di opere artistiche e letterarie sui temi universali dell’arte) che la vede - attualmente - impegnata in concomitanza dei suoi altri ruoli istituzionali.

Sue opere al sito:
anforah.altervista.org/solaris
anforah.altervista.org/festival
E-mail: rosalba.face@libero.it

Fedele Boffoli
Fedele Boffoli
Fedele Boffoli pittore e poeta, nato a Bari nel 1964, vive a Trieste dal 1985; al suo attivo numerose mostre personali e molteplici pubblicazioni su vari temi.
Autore e promotore di manifesti e progetti culturali dirige, attualmente, la webgalleria d'arte e poesia Anforah.
Sue raccolte di opere sono presenti ai siti:
www.artepensiero.it,
anforah.artenetwork.net (Poièsi - Chrònos - Solaris - Il Resto - Meditation - Oasi - Il Resto e La Memoria del Viaggio - Natura e Cultura - Barcolandia - Città d'argilla - Viaggio in Egitto - Maremetamare - Il Tango dell'Onda).
E-mail: info@fedeleboffoli.it

Graziella Atzori
Graziella Atzori
Graziella Atzori è nata in Sardegna; vive - attualmente - a Trieste dove ha conseguito la laurea in filosofia dedicandosi al giornalismo, alla critica (letteraria e d’arte) ed alla scrittura creativa.
Ha lavorato - in passato - presso il quotidiano Il Piccolo e la sede Rai di Trieste.
Ha pubblicato romanzi e fiabe; è presente in varie raccolte di antologie poetiche edite a Trieste, Roma, Toscana ed ha curato alcuni libri di poesia per diversi editori.
Dall’anno 2000 si dedica alla pittura partecipando a frequenti mostre in Italia ed all’estero. Dal 2006 partecipa ai lavori interdisciplinari della webgalleria d’arte e poesia Anforah.

Graziella Atzori
via delle Ginestre, 9
34 135 - Trieste
tel. 040-422000.

gra.atzori@tele2.it

E-mail: info@fedeleboffoli.it